parco nazionale d'abruzzo

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domenica 24 maggio 2015

Animali nella grande guerra























Al fianco dei nostri nonni, nelle trincee di fango e di gloria della Grande Guerra: gli animali che hanno combattuto durante la prima guerra mondiale e che sono caduti in combattimento o nelle retrovie, morti anch'essi per la patria insieme agli esseri umani, ricordati nel film documentario Animali nella Grande Guerra di Folco Quilici, uscito il 15 maggio e trasmesso ieri sera da Raiuno in occasione del centenario dell'entrata in guerra dell'Italia.

Cavalli. Milioni di cavalli.
Da guerra e da soma. Come l'eroe di Warhorse.
Muli, compagni degli alpini.
Asini.
Buoi.

Mezzi di trasporto, e di salvezza, il più delle volte taciti autori generosi di indicibili sforzi al seguito degli eserciti in marcia.






Commilitoni a quattro zampe, in una fraterna condivisione di vittorie e sconfitte, spesso sulle alte vette delle montagne, "tra cime innevate e bianchi fior"..







E poi loro, messaggeri del cielo, leggeri come il fruscio di un'ala, bersaglio frequente dei colpi del nemico. Più veloci e più affidabili spesso di ogni più moderna forma di comunicazione. 
Coraggiosi, audaci e tenaci oltre ogni limite. Spesso, fino alla morte.



E ancora cani, molti cani. Da soccorso, da trasporto sulle slitte, per fiutare i gas, come amici e compagni di trincea, di vita e di morte.





Cani eroi, come il celebrato pitbull degli anglo-americani. O il glorioso pastore tedesco, unitosi in Francia alle truppe americane, e poi, dopo la guerra, divenuto una star del cinema, e un simbolo del mito della frontiera: il magnifico Rin tin tin...

O come i cani dell'Adamello, cani da slitta, tutti di razza maremmana-abruzzese, bianchi e belli e indistinguibili nella neve dai binocoli dei nemici, affidabili intelligenti e forti. Cani che non abbandonano, che non temono il pericolo, che non mollano mai una sfida o un membro della loro "famiglia" in difficoltà. Cani rustici e montanari, abituati a vedersela contro i lupi tra i monti d'Abruzzo, ora di fronte ai lupi umani armati di fucili e mitragliatrici nascosti tra le rocce delle vette ancora in mano al nemico...

Cani che non abbandonano, ma che sono stati, alcuni di loro, abbandonati, lasciati legati tra le stesse vette che avevano difeso, sull'Adamello Brenta, dagli uomini che avrebbero dovuto curarli e ricondurli a casa. O almeno, a guerra finita, restituire loro la libertà.
Non tutti, tra quei cani generosi potenti e forti, lasciati sull'Adamello, però sono morti così ingiustamente. Alcuni di loro sono riusciti a liberarsi, e a fuggire via.
Era il 4 novembre 1918. L'armistizio di Villa Giusti veniva reso noto. La guerra era finita. L'Impero asburgico si arrendeva.
Molti altri tra i nostri eroi animali sono tornati a casa, alcuni con i soldati cui erano stati affidati, e al cui fianco avevano combattuto.
Presto, ovunque, sui campi di battaglia montani, tra le rocce aguzze del Carso e sulle vette insanguinate, tornarono i prati. Gli uccelli ricominciarono a cantare e le vette tornarono a popolarsi dei loro originari e legittimi abitatori, gli animali di montagna. 
E sull'Adamello Brenta l'ormai raro viandante umano potè ascoltare forse, passando vicino ai luoghi delle trincee e delle battaglie, i latrati di quegli eroi di guerra dal bianco e folto mantello, sfuggiti miracolosamente alla morte, e ora tornati liberi e fieri nelle loro nuove foreste.
La natura ha avuto la sua rivincita sulla storia, sugli esseri umani e sulla Grande Guerra.


Grazie Folco Quilici. 
E soprattutto grazie ai nostri amici e compagni di destino, agli animali che ci hanno accompagnato, difeso, salvato, nutrito. In questa e in tante altre guerre del passato.
E che si sono sacrificati con coraggio e pazienza per noi e per l'Italia.







Monumento a Londra in onore degli animali che hanno combattuto nella Grande Guerra

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lunedì 18 maggio 2015

Akeel, il cane eroe del Bardo


In ricordo di Akeel, il cane delle forze speciali tunisine colpito a morte mentre partecipava all'azione contro i terroristi asserragliati nel museo.

L'attacco terroristico dei miliziani dell'Isis si è verificato esattamente due mesi fa, ed oggi il capo dello stato Mattarella si è recato in visita a Tunisi per la ricorrenza.

Senza timore del pericolo, da vero soldato ben addestrato, Akeel non ha esitato ad attaccare i terroristi islamici dell'Isis che tenevano prigionieri molti visitatori stranieri all'interno del famoso museo, che ospita una raccolta tra le più belle e preziose di mosaici romani.


sabato 16 maggio 2015

risveglio

vita selvaggia. il lupo e l'aquila



ai liberi indomabili signori del cielo e delle foreste
e a ciò che rappresentano 
dii vos semper protegant
omaggio a Roma per il 21 aprile MMDCCCLXVIII

sabato 31 gennaio 2015

Italo. La storia vera del cane di Scicli


Questo dolcissimo e tenerissimo cagnolone buono dagli occhi saggi era Italo, Quello vero.
Giunto nel 2008 nel paesino siculo e barocco di Scicli, nel territorio ragusano, un randagio venuto all'improvviso da chissà dove, ha conquistato in breve tempo il cuore e la fiducia dei suoi compaesani, feriti da un episodio drammatico legato alle tragiche condizioni di vita e di incuria in cui versano in varie zone del sud molti cani vaganti abbandonati sul territorio. Un bimbo ha perso la vita in seguito ad una aggressione, e il paese e quella terra si sono chiusi a riccio, emanando un'ordinanza anti-randagi.
Ma il grande cuore di Italo, e la sua benevola presenza per le strade del paese, hanno fatto il miracolo.
Italo, che andava a prendere i bimbi all'uscita da scuola, partecipava alle messe e alle feste di paese, accompagnava i funerali rendendo l'estremo gentile omaggio ai compaesani nell'ultimo viaggio, e accoglieva i turisti e i visitatori portandoli in giro per le strade del paese, facendo loro da cicerone.
Fino a diventare un vero eroe, quando ha difeso dall'aggressione notturna di un malintenzionato la giovane cameriera di un locale del centro che rincasava alla sera dal lavoro. E da quel giorno Italo si presentava sempre all'ora del rientro per scortarla, protettivo e magnifico custode a quattro zampe, lungo la via del ritorno.

Nel 2009 Italo è stato ufficialmente adottato da parte del comune, a nome di tutti i cittadini di Scicli, ed affettuosamente insignito dal sindaco del paese, Giovanni Venticinque, della cittadinanza onoraria. E ora, dopo essersi addormentato per l'ultima volta nel 2011, ad un certa età per un cagnolone, nella sua Scicli, lì riposa anche lui, dopo un commovente addio, in una tomba a lui dedicata.

domenica 18 gennaio 2015

Nel segno del Capricorno: la Roma di Augusto



La rifondazione di Roma sotto gli auspici e la protezione astrale del Capricorno

Augusto, come abbiamo già ricordato in precedenza, pose Roma sotto la protezione del segno del Capricorno, segno che aveva deciso di assumere anche come proprio simbolo e come propria insegna nelle legioni. Ponendo così sia Roma che se stesso sotto la protezione del dio padre e governatore astrale del segno, divinità originaria e padre arcaico della stessa età dell'oro del Latium felix di cui narra Virgilio: Saturno.

Età dell'oro, della felicitas e dell'abbondanza originaria, risalente ad un tempo principiale ed incorrotto in cui gli uomini vivevano in armonia tra loro, con gli dei e con la natura, generosa madre, che è rappresentata dalla cornucopia, cui è associata la rappresentazione del Capricorno nelle numerose monete augustee a ciò dedicate. In tali monete tra l'altro il Capricorno è rappresentato con un globo tra le zampe anteriori, come presiedente dunque allo stesso ordine cosmico e al suo volgere epocale.