parco nazionale d'abruzzo

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mercoledì 31 dicembre 2014

Augusto e gli dei di Roma



La renovatio di Roma e la restauratio della religio.
In memoriam dell'Optimus Princeps

Nell'anno del bimillenario dalla sua morte, mentre sgocciolano via le ultime ore di questo 2014 dell'era volgare, tanto aspro e duro per l'Italia e per l'Urbe, così ci piace ricordarlo, per l'opera di rifondazione sacra e restaurazione religiosa, della religio e della traditio di Roma, del mos maiorum e della moralità stessa del popolo romano.
Quell'opera di rinnovamento e rifondazione, nel ritorno alle origini del potere (la monarchia elettiva e consacrata di Romolo) e della sacralità stessa di questo e di ogni aspetto della vita e della morte (a cominciare dal legame originario dello ius con il fas, e dalla figura sacerdotale e sapienziale di Numa Pompilio), un'opera dunque di restaurazione e purificazione, quasi una lustratio collettiva ed epocale, che Augusto intraprese una volta assunto il potere, per la sua Italia e per la sua Roma.

lunedì 29 dicembre 2014

In ricordo di mamma orsa






















Daniza
la madre coraggiosa che ha lottato per i suoi cuccioli

Daniza, fiera, forte e libera, come gli esseri umani non sanno più essere...
Daniza, madre coraggiosa e tenace, fino al sacrificio.
Daniza, simbolo della natura indomita, che non si arrende al triste cappio mortifero dell'uomo.
Daniza, vittima della crudeltà, della stupidità e dell'incapacità umana.

Era un giorno di settembre...
Il giorno in cui hanno spezzato il tuo cuore. Dopo averti dato tanto a lungo ostinatamente la caccia... Dopo averti braccato per monti, per boschi, per valli. Sordi anche a tanti appelli, a tante proteste, a tante voci autorevoli. E ciechi, così ciechi, da non vedere neppure i cuccioli che tu difendevi...



Corri,,, Corri ora Daniza, nei pascoli verdi del cielo, tra le vette infinite di luce e gli astri splendenti, tra foreste di soli eterni ed esseri liberi, come te... Dove nessuno potrà più imprigionarti e fermare il tuo libero cuore.

Corri là dove palpita segreta e senza morte l'anima mundi che tutti ci abbraccia, là da dove tutti veniamo, e dove un giorno tutti ti raggiungeremo...
Noi tutti, esseri fratelli, polvere di stelle di un mondo alla deriva, rilucente della sua bellezza e delle nostre atrocità...





Corri libera e fiera, ora, coraggiosa Daniza, e che le Orse del cielo immortale guardino dall'alto, dal Grande e dal Piccolo Carro, verso le tue foreste alpine, e nel segreto del bosco proteggano i tuoi splendidi cuccioli,..

Che li preservino dal freddo dell'inverno e li nascondano dalla malvagità dell'uomo, fino al risveglio di primavera... 
Accogliete, stelle del cielo, questo augurio, per loro, di vita e libertà.

giovedì 25 dicembre 2014

Dies natalis solis invicti




Omaggio al Dies Natalis Solis Invicti
Antica festa romana del sole al solstizio d'inverno, istituita dall'imperatore Aureliano nel III secolo d.C., vertice e sintesi del pantheon cosmico della religio di Roma



Nella tradizione romana più antica, tra la fine di Dicembre e l'inizio di Gennaio si festeggiavano altre due divinità, collegate alla celebrazione del passaggio, della fine del ciclo annuale e della rinascita: Saturno, cui erano dedicati, nelle ultime settimane di Dicembre, i famosi Saturnali, la festa del rivolgimento per eccellenza, in cui l'ordo consueto della società e del tempo veniva rovesciato, e per tutto il periodo in cui il tempo sacro e "d'eccezione" della festa irrompeva nell'ordinario ogni comune attività veniva sospesa, ci si scambiavano doni e ci si dedicava alla gioia e ai festeggiamenti, lo stesso ordine sociale normale veniva sospeso e invertito, e i signori servivano i propri schiavi... E Giano, con la cui celebrazione, gli Ianuaria, si apriva il mese successivo, che da lui appunto prende il nome.


sabato 13 dicembre 2014

haiku



Rapida scende sul mondo
La carezza del nulla
Come lingua di fuoco
Al calar della notte


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domenica 7 dicembre 2014

haiku


Raggi di pallido sole d’inverno
brillano nelle nebbie dell’oblio
falce di luna che filtra dalle nubi
del mondo addormentato 


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domenica 30 novembre 2014

 
 
"Noi siamo parte della terra, e la terra è parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli, il cavallo e la grande aquila sono nostri fratelli, la vetta rocciosa, l'erba dei prati, il calore dei puledri e l'uomo appartengono tutti ad una stessa famiglia. Quest'acqua scintillante che scorre in fiumi e torrenti non è solo acqua, ma per noi è qualcosa che ha un profondo significato: è il sangue dei nostri padri. I fiumi sono nostri fratelli...."

"Per l'uomo bianco una parte di terra è uguale all'altra, è come uno straniero che arriva di notte e si appropria di ciò che più gli conviene. La terra non è sua sorella, è sua nemica e quando l'ha assoggettata se ne va oltre, più lontano. Egli tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come se fossero semplicemente cose da acquistare, prendere e vendere, come fa con i montoni o con le pietre preziose. La sua avidità divorerà tutta la terra e a lui non resterà che il deserto..."
 
"Non esiste un posto dove si possa vivere davvero nelle città dell'uomo bianco. Non esiste un posto per vedere le foglie e i fiori sbocciare in primavera, o per ascoltare il ronzio delle ali di un insetto. Ma forse è perché io sono un selvaggio, e non sono in grado di capire? Il frastuono sembra insultare le orecchie..."
 
"Io sono un uomo rosso e non capisco. Un indiano preferisce il dolce risuonare del vento che come una freccia accarezza la superficie dell'acqua, e l'odore della brezza bagnata dalla pioggia del mattino, o profumata del'aroma del pino maturo. L'aria è preziosa per l'uomo rosso, poiché tutti gli esseri respirano la stessa aria: gli animali, gli alberi, gli uomini, tutti respirano la stessa aria..."
 
 
 
"Se tutti gli animali sparissero, l'uomo morirebbe di una grande solitudine dello spirito. Poiché ciò che accade agli animali prima o poi accade anche all'uomo. Tutte le cose sono legate tra loro... Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: la terra è madre di tutti noi. Tutto ciò che di buono nasce dalla terra, giunge anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Noi almeno questo lo sappiamo: la terra non appartiene all'uomo, ma è l'uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate tra loro come un unico sangue scorre nelle vene dei membri di una stessa famiglia. Tutte le cose sono legate tra loro. Tutto ciò che si fa per la terra lo si fa anche per i suoi figli. Non è l'uomo ad aver tessuto le trame della vita: egli ne è solo un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama della vita egli lo fa a se stesso. C'è una cosa che noi sappiamo e che l'uomo bianco forse dovrà scoprire molto presto: il nostro Dio è il vostro stesso Dio... Dov'è andato il bosco? E' scomparso. Dov'è andata l'aquila? E' scomparsa. E' la fine della vita, e l'inizio della mera sopravvivenza..."
 
(dalla lettera del capo indiano Seattle al Presidente degli Stati Uniti Pierce - 1854)


                               



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